martedì 27 novembre 2012

Il barboncino


Le giornate della signora si assomigliavano tutte, silenziose giornate monotone. Ma non era stato sempre così. Da giovane la donna era considerata, ciò che, con poca delicatezza, prende il nome di asociale. Non si era mai sposata, fuggiva conoscenti e amici di infanzia, in ufficio si mimetizzava tra le scrivanie. I suoi vicini da una vita la definivano strana, se non peggio, ma a lei andava bene così, era gelosa della propria solitudine, passava la vita ad occuparsi della sua più grande passione, passione che, nonostante i tentativi, non riuscì mai a trasformare in un mestiere. Si dichiarava comunque soddisfatta. Con se stessa, sia chiaro, ogni parola in più veniva evitata.
Poi tutto cambiò, incontrò l'amore. Il suo amore aveva le sembianze di un barboncino, altrettanto silenzioso della padrona, la quale padrona mai, fino a quel momento aveva desiderato un cane, ma non ebbe il cuore, nella sera fredda e piovosa di Gennaio che fu, di lasciarlo là, in mezzo alla strada, indifeso e abbandonato, dopo che l'aveva seguita sin dal supermercato.
Portò dunque in casa due buste di spesa e un trovatello; da quella sera cucinò per due.
Il trovatello non ebbe mai un nome, diventò la sua fedele ombra, soppiantò addirittura la sua originaria passione.
Come tutti sanno, suprema la legge della natura, venne anche la sera in cui il trovatello morì; l'anziana signora era felicemente neopensionata, finalmente poteva godersi appieno il suo vecchio cucciolo.
Era di nuovo Gennaio, un'altra sera fredda e piovosa.
La signora ne soffrì molto, e ancora ne soffre, l'unico affetto degli ultimi lunghi anni. Nei primi periodi pensò di impazzire, perché strana sì, ma pazza non lo era ancora, come molti già affermavano da tempo. Poi si calmò.
Fu allora che le parole si vendicarono, e tutte quelle che non aveva voluto, nè dire nè udire durante quegli anni le si riversarono contro. Ironia del destino, con la voglia di parlare si svegliava, e con la medesima voglia si coricava. Non avvezza ai rapporti sociali non riusciva a fare nuove conoscenze, quelle vecchie la evitavano da sempre; se escludiamo le cassiere, il commesso e la postina mezza cieca, con i quali talvolta riusciva a parlare, se si può dir parlare quello, rimaneva solo il nuovo vicino, quel ragazzo serio che vedeva uscire ogni mattina e di cui ogni sera attendeva il ritorno.

1 commento:

  1. adesso ho capito perché faceva le poste a quel povero ragazzo.Lo ha preso per un cucciolo :)

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