Non dimentico, non posso dimenticare.
Anche al mio amico la vita stava
cambiando molto, in quegli stessi anni aveva appena iniziato a
cambiare veramente, si era svegliato dal suo torpore. Finalmente.
Arrivai in Sicilia poco dopo
Ferragosto, lo trovai come sempre, sulla spiaggia che vigilava. Di
fianco, un testo di medicina. Ancora non riuscivo a capire quella
dedizione per degli studi che non lo interessavano minimamente.
Ho lasciato l'università, le sue
parole di saluto.
E quel libro? Indicai al suo fianco.
Abitudine. Poi rimase in silenzio.
Tuo padre, come l'ha presa? Conoscevo
abbastanza bene il vecchio Giuseppe.
Non lo sa ancora. Ho deciso di prendere
il posto di Gaspare, fare il guardino della spiaggia. È quanto
meglio possa desiderare dalla vita.
Quando farete il passaggio di consegne
in municipio? Guardiano della spiaggia era un titolo comunale.
Ancora non gli ho detto che voglio
prendere il suo posto.
Hai già dato la disdetta ufficiale in
facoltà? Fissavo i suoi occhi grigi.
A settembre quando riaprirà la
segreteria; adesso sarebbe inutile. Si strinse nelle spalle, un gesto
che solevo fare spesso io.
Ma scusa hai detto che hai lasciato, ma
sembra che non hai lasciato proprio un bel niente. Avrai pensato di
lasciare, magari. Mi sono finalmente seduto al fianco di lui.
Quello che conta è la risoluzione,
sai? I suoi occhi mandavano lapilli, un gatto al buio.
Mi raccontò una storia strana, una
specie di visione che aveva avuto, una mattina, in cui in realtà non
aveva visto proprio niente, ma aveva capito che non poteva continuare
a quel modo. Doveva seguire il suo essere.
L'episodio mi convinse poco, ma quello
che conta è la risoluzione, come aveva appena detto lui.
Ero felice, il mio amico si era reso
conto di star vivendo la vita del padre e ne voleva porre rimedio,
doveva cercare la sua.
Lo convinsi a render noto il fatto
prima della mia partenza; parlò con il padre e con Gaspare quella
sera stessa.
Le reazioni furono molto differenti.
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