mercoledì 5 dicembre 2012

Un sogno


Quel sogno gli aveva lasciato un senso di vuoto; era stata lei la protagonista della sua notte, l'alba l'aveva trovato distrutto, nere occhiaie sul volto dell'uomo triste, e una rabbia che non riusciva a sfogare.
Non era l'idea di lei a far male, ma tutto ciò che implicava l'idea di lei.
Il giovane uomo era un matematico, aveva i pensieri suddivisi in segni e cifre, solo il pensiero di lei non era schematizzabile, una vertigine interiore lo assaliva.
Lei non era particolarmente bella, lei non era particolarmente simpatica, il carattere di lei non era particolarmente amabile; ma lei era lei. Era unica e lo era solo per lui. Questo il punto, come lui lo era solo per lei. E questo l'altro punto, l'equazione era stata facile.
Lui amava lei, un bel più a grande lettere, lei amava lui, un uguale ancora a grandi lettere, loro erano felici e avrebbero trascorso tutta la vita insieme. Il foglio lindo, l'idea lucida, lineare. Non ne avevano mai parlato ma era così, lo sapevano entrambi, non poteva essere diversamente. Sarebbero andati via lontano, si sarebbero sposati, avrebbero avuto una casa, dei bambini, tanti bambini, e sarebbero invecchiati insieme. Felici.
A quell'epoca erano ancora molto giovani, si godevano il loro fresco amore, poi in tal modo sarebbe stato il loro futuro. Gli anni passarono e i progetti si fecero più vicini alla realizzazione, poi quella strana questione, dura come il diamante e fragile come la grafite, che prende il nome di amore, svanì.
Svanì prima in lei, e lui sentì svanire ogni sua certezza; non sto qui a raccontarvi la sua disperazione, sappiate che fu grande, sarebbe penoso, per me, per voi e per lui se ci sentisse, e anche per lei che pure soffriva enormemente; questo vi basti. Svanì anche la disperazione, lasciando il posto a qualcosa di ancora più tragico, il nulla, il vuoto.
Cerchiamolo di capire, quest'uomo triste.
L'uomo, prima di essere triste, era un uomo che aveva conosciuto l'amore, uno dei pochi fortunati che era riuscito a conoscerlo davvero, era un uomo che aveva saputo amare, come pochi riescono realmente a questo mondo.
Ogni cosa di colpo si frantumò e l'uomo smise di credere nell'amore, smise di credere in ogni cosa, essendo l'amore l'unica sua certezza.
L'uomo triste continuava a desiderare una casa, una moglie, dei bambini, tanti bambini, ma la voce dentro sè, quella che zitta non sa stare, l'aveva convinto che mai più era possibile per lui la magia, mai avrebbe aperto il cuore a una donna. Quel cuore che aveva ben chiuso in uno scrigno, al sicuro mentre un serpente rosicchiava lentamente l'animo.

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