domenica 10 marzo 2013

Il concerto

Paolo entrò nella stanza e le fece volare un cartoncino da sopra la testa. Con lentezza micidiale atterrò sul tavolo, da lì era solo un anonimo foglio come altri uguali.
Il biglietto del concerto che ti sei persa, le disse e se ne andò.
Ricordava quella sera, lontana, la ricordava con affetto, seppure ai tempi vivesse nell'amarezza.
Giorgia lo prese in mano per guardarlo bene, non aveva nulla di speciale, anonimo biglietto di un concerto come tanti.
Paolo l'aveva lasciata, voglio il mio tempo, aveva spiegato. Ma gli occhi erano bassi e lei non aveva mai creduto. Un'altra donna, dicevano le sue mani, rigide nel tener quelle di lei. Aveva letto così e crederci non voleva, viveva nel dubbio, nel desiderio e nell'incertezza e quei giorni non passavano mai.
Che lui andasse a quel concerto ne era sicura, era una certezza che non aveva bisogno di prove.
Prese la macchina e partì, verso quella discoteca fuori città. Era sabato sera e pioveva, ognuno aveva un programma per quella notte. Lei voleva solamente rivedere quell'uomo che un tempo era suo e adesso non sapeva di chi.
Le si fermò l'auto e altro non potè che chiamare l'assistenza. Lui era lontano e si divertiva, non voleva chiamarlo e ricordargli della sua presenza, così, in panne.
Attese a lungo e tra le trame di quella pioggia fitta vide le linee del suo futuro. Adesso sapeva cosa fare.

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