Era comica la situazione, davvero non
pensavano di finire a quel modo.
Tutto doveva concludersi in un paio di
giorni, di questo erano sicuri. Lo erano stati sempre. Quella camera
doveva servire solo per appoggio, niente di più.
Vuoi vederla, aveva chiesto lui.
Lei aveva scosso la testa e quel chilo
di lacca che si portava sempre dietro si era fatto sentire. Come ogni
volta. Lui storse il naso. Come ogni volta.
Poi dovette vederla, altroché, e più
di una volta, dovette prenderci confidenza.
Le coincidenze furono molte, avete
presente tutta quella serie di circostanze per cui non sembra vero,
non sembra possibile che stia accadendo tutto insieme, tutto a quel
modo? Andò proprio così.
Si ritrovarono senza un posto cui stare
e andare là fu l'unica soluzione possibile, per entrambi.
Trascorse un mese ed erano sempre là,
quella stanza era diventata una sorta di casa per loro. Non vi era
niente, di loro, solo l'essenza, quella sorta di profumo che non si
sente ma che impregna ciascuno di noi; si era trasferita a quegli
squallidi muri.
Pochi oggetti personali sparsi in giro
completavano il quadro.
Anche le risposte attese rimanevano
nell'aria e quel senso d'instabilità, che da sempre gravava sulle
loro vite, non si era ancora dissipato.
Ripartiremo, pensava lei a ogni
risveglio, ma ogni giorno le sembrava sempre più lontano,
impossibile, inutile, il partire, il lasciare quella stanza.
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