È intenta nel suo lavoro a maglia,
l'anziana signora, ogni tanto alza lo sguardo e lo fissa sulla
vecchia pendola, ormai ferma. È solo un ricordo.
Un auto in lontananza, nella testa,
voci dal passato la rincuorano nella lunga sera.
Con fatica si alza, movimenti lenti di
chi ha già vissuto, in cucina versa un bicchiere di acqua fresca e,
con gusto, la beve. Tenta nuovamente la telefonata, non ha fortuna,
squilli a vuoto, una voce registrata dopo l'attesa. Torna al suo
maglione, tenterà più tardi, senza illudersi di ottenere risposta.
Riuscire a parlare con suo figlio è
difficile, vederlo ancora di più.
Quel ragazzo era un genio, lei lo aveva
sempre saputo, anche quando era molto piccolo lo sospettava, adesso
poteva ben vedere di aver ragione. Il suo grande successo lo
dimostrava. Un talento innato, suo figlio. Il carattere di fuoco, la
freddezza e la mancanza di scrupoli non apparivano tali ai suoi occhi
stanchi.
Continuava a sferruzzare, in attesa di
poter parlarci, di poter parlare con Giacomo.
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