giovedì 1 novembre 2012

La cena

Lui annodò la cravatta, lei usci dal bagno che di fiore profumava.
Cara, sei pronta?
Un attimo ed eccomi.
È lui ad allacciarle gli orecchini, ed è lui a tirarle su la cerniera del vestito.
Per strada si girano, non prendiamo l'auto, ti dispiace?
Due passi, figurati.
Mano nella mano, le ombre della sera si allungano, sicura sugli alti tacchi, a suo agio seriamente vestito. Discorrono, si animano, paiono davvero felici.
La borsa che vorrei comprare.
Una vecchia chiude la saracinesca del suo negozio.
La partita di tennis di Giovedì, ti ricordi il mio collega?
Ragazzi in bicicletta, ignari del resto.
Il cucciolo che potremmo adottare.
Un ragazzo solo, aspetta ad un angolo.
Il film dove vorrei portarti.
Arrivano finalmente al ristorante, ci sono già tutti, affrettano il passo, sorridono, si scusano.
Il loro tavolo è già pronto; quello là? Sì, andiamo.
Un bracio intorno alla vita, lei è trascinata, si lascia manovrare inerte, sempre. Quest'idea che tutto succeda, ma che non sia lei a muoverlo.
Chiacchiere e risate, progetti da amici. Lui talvolta le cerca la mano, e lei allora il sorriso; invidia negli altri.
Quando a lui squilla il cellulare, un cenno, scusate, si alza, ma è breve, estremamente breve, tornato a sedersi sembra più torvo, un'impressione, si china all'orecchio di lei, lavoro, un sussurro, voce non sicuro.
Perchè mai deve dirmelo, i pensieri di lei, tra gli smalti con le amiche.
Lei ha bisogno di ritoccare il trucco, scusi mi sa dire... ma la risposta non esce da quelle labbra, solo uno sguardo che profuma d'invito, un veloce bigliettino che sparisce tra le mani. Anche lei al ritorno sembra più tesa, si è truccata troppo, pensa lui.
La torta la mangia solo lui, quella di lei, che alle labbra gli viene portata. Lampi di rimprovero alle altre fidanzate, le ragazze esasperate, ogni volta voi due ci fate litigare, tutti ridono, l'hanno detto con lievità.
Lei è stanca, per tornare a casa, lui la deve tenere stretta per la vita; comunque a piedi è voluta andare. L'eco dei tacchi nelle buie vie centrali, solo loro sotto la luce dei lampioni. Un gatto spelacchiato nemmeno alza la testa, la stanchezza degli anni gli ha intrigato i baffi.
Continuano a parlare, di questo, di quella, del weekend, delle vacanze, della festa cui andranno e quella che vogliono organizzare.
Però lo prendiamo un cane, vero?
Casa, arredo a nuovo. Si sono divertiti a sceglierlo insieme. Lei è stanca, crolla sul letto; lo stesso letto scelto da lei ma che le arreca un senso di estraneità.
Lui accende la televisione, la sua vita potrebbe essere uno qualunque di quei programmi. Uno vale l'altro.
Si addormentano quasi nello stesso momento, tuttavia felici.

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