lunedì 21 gennaio 2013

Compagno di viaggio


Michele uscì da casa, era la stessa ora di tutti i giorni, indossava la stessa triste tenuta da lavoro, una tuta blu macchiata di vernice, come ogni giorno si diresse alla stazione.
L'aria era ancora buia e un poco frizzante, fumò una sigaretta di passi lenti, nel breve tragitto che lo conduceva al treno. Si sedette al solito posto, di fianco al finestrino. Di fronte c'era un uomo, molto elegante.
Qualcosa in quel viso gli era familiare, lo guardò a lungo prima di capire. L'altre sembrava non accorgersene neppure, assorto in chissà quali importanti pensieri. Poi capì, si conoscevano, molti anni prima, una vita fa, oserei dire; lo riconobbe ma non lo salutò.
Erano ragazzi e abitavano vicini, nel paese lontano della loro infanzia. Michele spesso vittima e lui -Mauro? Marco? Bho!- carnefice continuo. Quanto male aveva desiderato ai tempi a lui. Michele se ne ricordava bene, come ricordava bene le botte e i lazzi che questi gli tirava.
Adesso Michele è un povero operaio, lui sembrava aver fatto strada. Non capendo il motivo, era felice per lui, nessun rancore, nessuna invidia.
Ciò nonostante non lo salutò.

Nessun commento:

Posta un commento