In salotto avevo due quadri, vicino
stavano appesi.
In uno un lago, e mai ho capito se era
alba o tramonto. L'ambiente era scuro e una luce illuminava le acque.
Frastagliata la costa, sassosa la costa, brulla la costa intravedevi
in primo piano.
In lontananza un bosco rifletteva le
sue cime sulle calde acque; una barchetta di legno, incagliata tra
gli scogli, un remo dimenticato, il silenzio dell'immoto.
Nell'altro un pianeta dai colori troppo
accesi; luce satelliti e stelle a fargli compagnia, anche loro con i
colori assai sgargianti.
Nessuno dei due mi piaceva. Una sera
mio marito era tornato, e li aveva con sé. Li appese senza dire
nulla, ancora non so come se li era procurati. Non l'ho mai chiesto.
Il terremoto di ieri, ero fuori, lungo
la via. Sono tornata, ed era in ordine la casa, i vetri di quei
quadri sparsi per terra.
In quel momento ho capito che mi
sarebbero mancati.
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