giovedì 28 febbraio 2013

Butto guaio

  • ho freddo.
  • Anche io.
L'uomo giovane ritirò ancora di più il collo dentro il pesante cappotto nero e accese una sigaretta.
Quello più anziano, che era al posto di guida, fece lo stesso.
Avevano parcheggiato nella viuzza laterale alcune ore prima ed erano ancora in attesa. Erano arrivati al calar della sera, adesso la notte era fonda.
Il quartiere residenziale dormiva placido, tutte le luci delle villette rimanevano spente. Ogni tanto, un auto passava veloce. Nel vialone poco lontano.
  • Sicuro che è qua?
  • È qua, non ti agitare. Prima o poi ci farai l'abitudine.
Il giovane ne dubitava, però tacque. Lottava per non addormentarsi, non aveva mai pensato di dover attendere così a lungo. Il suo compagno era un taciturno, non se la sentiva di incominciare una conversazione. Cercava di mostrarsi a suo agio, ma tutti i suoi sforzi parevano vani. Lo sapeva bene, non aveva bisogno delle occhiate di biasimo che l'altro gli mandava ogni poco.
Fu l'alba e la stradina divenne bellissima, con flebile chiarore di un buongiorno delicato. Qualche tapparella iniziò ad alzarsi, un gatto bighellonò per la via.
L'uomo anziano mise in moto senza dire niente.
Sarebbero tornati l'indomani, già lo sapeva. Iniziò a pensare di essersi cacciato in un brutto guaio ma ormai era tardi.

Nessun commento:

Posta un commento