- ho freddo.
- Anche io.
L'uomo giovane ritirò ancora di più
il collo dentro il pesante cappotto nero e accese una sigaretta.
Quello più anziano, che era al posto
di guida, fece lo stesso.
Avevano parcheggiato nella viuzza
laterale alcune ore prima ed erano ancora in attesa. Erano arrivati
al calar della sera, adesso la notte era fonda.
Il quartiere residenziale dormiva
placido, tutte le luci delle villette rimanevano spente. Ogni tanto,
un auto passava veloce. Nel vialone poco lontano.
- Sicuro che è qua?
- È qua, non ti agitare. Prima o poi ci farai l'abitudine.
Il giovane ne dubitava, però tacque.
Lottava per non addormentarsi, non aveva mai pensato di dover
attendere così a lungo. Il suo compagno era un taciturno, non se la
sentiva di incominciare una conversazione. Cercava di mostrarsi a suo
agio, ma tutti i suoi sforzi parevano vani. Lo sapeva bene, non aveva
bisogno delle occhiate di biasimo che l'altro gli mandava ogni poco.
Fu l'alba e la stradina divenne
bellissima, con flebile chiarore di un buongiorno delicato. Qualche
tapparella iniziò ad alzarsi, un gatto bighellonò per la via.
L'uomo anziano mise in moto senza dire
niente.
Sarebbero tornati l'indomani, già lo
sapeva. Iniziò a pensare di essersi cacciato in un brutto guaio ma
ormai era tardi.
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