Scrivere ah, ci vuole poco, è una
semplice parola.
Cosa sarà mai scrivere, riempire
d'inchiostro bianche pagine ingiallite, consumare mine di matite
stanche, ticchettare nel silenzio della sera.
Non lo so cos'è. È di per sé diversa
da sé stessa. Sempre. Comunque.
Magari hai un'idea e di getto la butti
giù, non hai appigli, niente cui attaccarti, ma lei eccola lì,
compare sul foglio ti guarda e saluta l'immagine sua nella tua testa
e non sai come ha fatto a scivolare lì.
Oppure la conosci. La tua idea, ne sai
l'inizio e ben chiaro è il traguardo cui arriverai. Il percorso è
tracciato, limpido appare, ma la penna ti porta altrove. Rileggi un
pezzo che non sapevi di possedere. Aspro combatte con quel che erano
i tuoi pensieri.
E poi c'è quando, ed è il più bello,
tu non sai proprio nulla. C'è una frase, dentro te, che t'invoglia,
che t'invita, che accarezza la tua mano. E da questa frase nasce un
mondo. Tu lo segui, non puoi far altro, non sai dove ti condurrà. Ma
il mondo è là, è nato da quella frase, da solo si è fatto spazio
sul foglio bianco.
È proprio allora che scrivere diventa
qualcosa in più.
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