mercoledì 6 febbraio 2013

Simone


In cantina ha un ombrello rotto, ma non lo butta, potrebbe servire. Una lampadina fulminata, non si sa mai, un album di fotografie, in un cassetto che non apre. Su un foglio ha scritto un importante indirizzo, l'ha perduto, forse per sempre.
Vive in una casa, in un vecchio condominio, vicino ad altri condomini, simili al suo. La finestra della camera è rotta, la tiene insieme con dello scotch. Un anta dell'armadio non si chiude, ormai è anni che è così. Su quella sedia tiene solo riviste, ha una gamba zoppa.
Ha una moglie che lo tradisce. Un vecchio cane che gli mangia le pantofole. Un amico che non sente da anni. Desidera dei figli che forse non avrà mai.
Lavora in una fabbrica che sta fallendo da sempre. Ogni mattina esce, senza troppa voglia, senza troppo rimpianto. Ogni sera torna a casa, misurando i passi lenti.
La domenica passeggia per le vie del centro, incontra sempre le stesse facce, che non saluta mai. Si ferma nello stesso bar per bere un caffè, e già sa che non lo apprezzerà.
Mangia cibi precotti, arrosti riscaldati e quel povero pomodoro rimane là, da solo nell'immensità del frigo vuoto.
Si chiama Simone, è un uomo come tanti, sospeso in una vita più stretta di lui.

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