mercoledì 17 aprile 2013

La melodia


Ricordo perfettamente quella notte.
Rincasai molto tardi, più tardi del solito; questo non mi mise fretta. Pedalavo tra le vie deserte e godevo della leggera brezza, dopo tutto il caldo della giornata estiva. L'aria delle notti di Giugno ha il profumo del sogno e il sapore della magia.
Giunsi a casa, in quegli anni abitavo lontano, un quartiere isolato, strappato al suo tempo. Lo avevo scelto perché tutti i palazzi avevano una loro corte, a me piaceva molto; nessuno riusciva a capire il motivo di questo mio attaccamento.
La notte era leggermente stellata, ma limpida, palpabile come una presenza.
Non avevo voglia di andarmene a letto, di chiudermi tra quella angusta quattro mura che avrebbero soffocato i miei sensi, e sopito la mia immaginazione, non avevo voglia di uccidere anzitempo quella nottata. Mi sedetti su di un pilastro, la schiena su di una colonna aderiva, appoggiarsi lievemente, è come tenersi su a vicenda.
Una musica lontana mi colpì improvvisamente. Era iniziata placida ma ancora non l'avevo colta. Era una musica delicata e selvaggia insieme, aveva odori e sapori esotici, ritmi di strumenti dimenticati, proveniva da ogni parte del mondo e insieme era là, concreta. Mi assaliva da ogni lato ma non ne capivo la fonte, completamente catturata dalle sue note.
E poi... fu come se ci fosse più luce, la musica illuminava quel cortile, non accennava a smettere, acquistava corpo, coraggio.
Rimanevo inchiodata, chiusi gli occhi, restare sola con quella melodia, mi cullò finché non scivolai in quieti sogni.
Il primo raggio di sole rischiarò il mio risveglio, la melodia rimaneva in me come un eco lontano.

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