venerdì 19 aprile 2013

La donna che legge


Una lampada illumina fiocamente la stanza. È vuota.
Un tavolino, con i resti di una cena.
Una poltrona scucita.
Un gatto dorme, su un tappeto sfilcacciato.
Oltre non si vede. I rumori della notte giungono attutiti.
Un uomo salì sul palco, spostò un poco la poltrona, avvicinò il tavolo al tappeto. La lampada stava bene al suo posto. Da quella distanza il gatto risultava chiaramente quel che era, un peluches. Anche se ben fatto.
Poi scese dal palco.
Ricominciarono i rumori di sottofondo. Da dietro le quinte entrò una donna, in pigiama. Aveva un libro in mano, si mise a leggerlo, seduta sulla poltrona. Di lì a poco altri attori fecero il loro ingresso nella scena, recitavano la loro parte ignorando la donna.
Due uomini ebbero una violenta discussione, lei continuava a leggere, solamente, nient'altro.
Lei era l'inerzia, la spettatrice passiva che non può intervenire.
La sua parte era quella più difficile.

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