Entrai nella casa che era il tramonto.
Lo feci in punta di piedi, sebbene sapessi che non c'era nessuno. Non
accesi la luce, ma mi accontentai della penombra.
La casa era piena, trasudava vita da
ogni poro. Dei molti oggetti sparsi in giro, tre mi colpirono con
violenza.
Una bottiglia di birra, vuota sul
tavolo, un barattolo di caffè vuoto in cucina, un bagnoschiuma, vuoto
nella doccia. Finiti lasciati lì, a testimoniare una presenza che
non vuole andar via.
La bottiglia. Vedevo due ragazzi a
parlare fino a tardi, toni sommessi per non disturbare, complice la
notte con la sua pace, magicamente più vicini di qualche ora prima.
Il caffè. Vedevo una donna con i
movimenti impastati dal sonno, gli occhi chiusi come un gatto, i
capelli arruffati dalla notte. Preparava un caffè con la poca
polvere rimasta, colorava l'acqua di un colore vago, lontano parente
di ciò che desiderava.
Il bagnoschiuma. Vedevo un uomo lavarsi
con cura, per levar via il tepore del riposo. Finire la boccetta per
allungare il piacere, ancora due minuti sotto questa acqua bollente.
Presi quello che dovevo. La bottiglia,
il barattolo di caffè, il bagnoschiuma li lasciai là a testimoniare
una vita che non vuole andar via.
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