È la descrizione di lamiere e fiamme
con le sirene che arrivano e i curiosi che si apprestano attratti
dall'eterno fascino del sangue. Sono i segni sull'asfalto, i verbali
e le perizie. I titoli in prima pagina del giorno successivo.
È la storia di coloro che, confusi, in
ospedale si svegliano? Senza ricordare, senza sapere come nè chi,
senza sapere chi c'è ancora, senza sentire altro che un atroce
dolore. Camere piene di fiori e cioccolata, che vedi da lontano con
lo sguardo appannato.
È la storia di chi, seduto
comodamente, ride e scherza, senza sapere cosa ci sarà dietro a
quella curva. È la storia di un viaggio, come tanti altri, dal
finale ancora non scritto.
È solo un momento, il momento
dell'impatto, in cui i pensieri si confondono insieme. Paura, attesa
del colpo, incredulità. E prima che arrivi un briciolo di speranza,
è tutto nero, e non c'è più paura.
Forse è qualcos'altro, qualcosa di più,
qualcosa che è meglio non narrare
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