lunedì 8 luglio 2013

Le due ragazze


Le ragazze continuavano ad aspettare, sempre più strette le une alle altre; intorno la stessa impazienza e lo stesso fremito che dominava nei loro corpi. Alcune se ne andarono, stremate, altre scaldavano i loro muscoli, altre ancora, infine, riconosciutesi da lontano, correvano a salutarsi con un misto di cordialità e inimicizia. Molte di esse erano pesantemente truccate, e Rosa, acqua e sapone, si sentiva molto a disagio.
"Questa è un'audizione per professioniste, non ci assumeranno mai."
Osservò Sara e subito si pentì delle sue parole, vedendo la speranza farsi ancora più fievole sul volto dell'amica. Aveva ragione, ma Rosa non intendeva disperare; sentiva le gambe dolere per le lunghe ore ferma in piedi e temeva che l'avrebbero tradita. Si fece nuovamente forza limitandosi a bisbigliare sottovoce
"Ce le faremo!"
Una voce si levò alle loro spalle, forte ed acida.
"Nemmeno quando entrai a far parte del corpo di ballo di Cats ho atteso così a lungo. Me ne vado."
Un mugolio d'assenso segui le parole della sconosciuta ragazza. Con una gomitata, Sara attirò l'attenzione della compagna.
"Che ti dicevo? Sono professioniste."
"Tra poco ci siamo."
Fu l'unica risposta che ottenne in cambio.
Lentamente avanzavano lungo il corridoio e la determinazione di Rosa, che prima si era fatta sconforto, iniziava ad assumere i tratti dell'emozione.
Non ti bloccare, non ti bloccare, non ti bloccare. 
Una voce dentro sé continuava ripetendo la litania, mentre Rosa grandi respiri inalava per mantenere la calma.
Quella mattina aveva ricevuto una lettera dalla sorella. Viola le raccontava di come era andato il viaggio, del suo nuovo lavoro così entusiasmante, della casa aziendale dove era andata a vivere, piccola ma decisamente carina, di quanto sono gentili ed educati gli scandinavi. Ripensando a quelle parole, Rosa cercava di assorbirne tutto l'entusiasmo e far suo l'ottimismo della sorella, sapendo che le sarebbero serviti.
Ancora qualche passo avanti.
Percepiva il suo corpo sudare e un lieve imbarazzo per l'odore non buono che probabilmente emanava.
"Non ti preoccupare" Sara con un sorriso stentato "siamo tutte nelle tue condizioni."
Ma anche nelle sue parole Rosa vedeva salire la tensione. Furono fatte entrare in uno spogliatoio, erano in dieci. Così potevano prepararsi. Rosa indossò il suo body e le scarpette imitando la sicurezza dei gesti dell'amica. Consegnarono loro un questionario da riempire con i propri dati, le esperienza passate e le motivazioni che l'avevano spinte là.
La condussero infine sul palco. Le luci erano accese, si soffocava. Una manciata di uomini, e donne, sedevano davanti con delle schede in mano.
Forse le loro.

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