E mi ritrovo di nuovo a scrivere parole
che forse nessuno leggerà.
L'autobus è pieno di volti della sera,
la strada dritta sotto noi scorre.
Sbanda rallenta accelera di nuovo, noi
tutti qua e l'arrivo ancora non lo sappiamo. Un volto mi guarda, è
familiare, ma non so chi sia, ancora non so.
L'aria è fredda al di là del
finestrino, allettante invita a nascondersi tra le ombre della sera.
Forse potrei non arrivare, scendere e
nascondermi in bui androni della città che riposa. Potrei vagare,
complice l'oscurità, e trovare una meta che non aspetto. Ma non sarà
così.
Fischia l'autobus e i treni stridono,
in questa strada così uguale, per ognuno diversa un po'.
Andare, venire, tutti hanno un dove,
forse anche io, sparso in qualche posto.
Siamo arirvati? Questo è dunque il
capolinea? A me non piace, sarò sincera, credo che rimarrò qua
ancora un poco, a cercare una fermata che rechi il mio nome.
Magari qualcuno legge quello che scrivi... Non smettere di farlo...
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