mercoledì 29 maggio 2013

Il viandante

Dopo aver chiesto indicazioni non aveva incontrato più nessuno.
Adesso era solo, solo con il suo zaino e i suoi pensieri.
"Vedi laggiù c'è quella casa rossa?"
Aveva annuito.
"Prosegui lungo la spiaggia fino là, poi gira a sinistra. Dietro alla casa c'è un sentiero, devi seguire quello. Non ti puoi sbagliare, non ce n'è altri."
Aveva annuito di nuovo.
L'uomo con cui aveva parlato si era come disperso nell'immensità della spiaggia.
Se avessi saputo che la strada era così lunga mi sarei fermato a fare conversazione. Pensava l'uomo, che iniziava a sentirsi solo.
Le indicazioni le aveva ricevute da un vecchio, uno del posto a giudicare dalla strana inflessione che metteva su ogni parola. Aveva una lunga barba e procedeva gobbo, ma nei suoi occhi la luce della gioventù splendeva. Non importa, era sparito ormai.
La casa appariva lontana, tale e quale a quando era partito, piccola all'orizzonte. Eppure camminava da ore, da molte ore.
Non vedeva l'ora di arrivare là, alla casa, sarà come essere a metà, pensava. O forse no.
Adesso aveva il mare con la sua melodia amica, c'era la sabbia dai fini granelli e i gabbiani lontani, giù al porto.
Alla casa avrebbe dovuto girare in un sentiero, c'era solo quello. L'idea del sentiero di notte non lo allettava, stava calando la sera. 
Chissà quanto può essere lungo.
Cosa era più importante? Abbandonare quelle poche certezze che aveva, sperando di terminare il viaggio, o non terminarlo mai, rimanendo ancorato ad esse?

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